Dal 2 maggio 2017 – quindi a due anni dal commissariamento di Alitalia – ad oggi è stato studiato per Alitalia un piano di salvataggio che prevede la divisione della compagnia aerea italiana in due società: una “nuova” Alitalia e una bad company che si sarebbe caricata dei debiti della compagnia: 3 miliardi di euro.
La fine di aprile avrebbe dovuto segnare la fine, o per meglio dire risoluzione, della questione Alitalia.
Il 30 aprile invece della parola definitiva è stata comunicata una proroga sulla scadenza dell’ultima – e definitiva – decisione: è stato messo a disposizione un ulteriore mese per poter arrivare alla migliore soluzione.
C’è però il sentore che il 30 maggio non si arrivi ad una soluzione perché, la decisione conclusiva, è già stata prorogata per due volte in assenza di offerte.
Il progetto previsto per l’Alitalia avrebbe coinvolto il ministero dell’Economia (15% del capitale), Ferrovie dello Stato (30% del capitale) e Delta Air Lines, compagnia aerea statunitense (15% del capitale).
E il restante ?
Nei mesi scorsi sembrava che Atlantia avesse presentato un’offerta, notizia però smentita dall’azienda stessa.
Al 30 aprile, però, non c’è stata nessuna proposta concreta.
Prima della nuova scadenza dovrà essere valutato come risolvere la problematica relativa al prestito ponte da 900 milioni di euro che, il governo, ha concesso ad Alitalia per permetterne la sopravvivenza e il tempo necessario per trovare un compratore.
Per avere una risposta definitiva, dunque, si dovranno aspettare ancora delle settimane per capire se rimarrà in piedi la linea di bandiera italiana.